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al testo di Natalia Marzia Gusmerotti
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Trepidanti le ali,
istantanea permanenza di colori e battiti. Ora vicine, ora lontane inseguirsi e sostare, farfalle scrivevano nell’aria la parola amore. Polverosi grilli suonavano ed il vento, roco, taceva. Irti arbusti di mirto e rosmarino, osservavano ammirati, di legno ed etere, la danza profumata, d’azzurro e vermiglio, colorata. Senso di infinito, nel mezzo dell’estate ed alcun presagio dell’orrenda offesa, che, priva di candore e repentina, irrompeva, feroce e sicura a colpire chi si distraeva per amore. Mira senza scampo, volontà senza radici, come un missile, una bomba, farfalla a picco su chi, lieta, sorrideva. Così, abbandonava il volo e cadeva come lente, le lacrime, la pelle. Ancora un fremito, le ali azzurre, ancora bella, mentre moriva così, sola, in terra piccola ombra ad affrontar l’eterna fine. Un sussurro, il lamento vedovile, e nessuno a raccontare che niente può durare. Stridule si levavano, sole le grida di vittoria di chi non sa sperare. |
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